di Lisa Duranti (3C)
Il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato. Sono state raggiunte le stesse temperature record del 2016 e superate quelle degli ultimi roventi anni. Il pianeta sta vivendo nel pieno del riscaldamento globale, un fenomeno che può essere rischioso per alcune parti del mondo. Nel 2020 l’anidride carbonica nell’atmosfera è aumentata e ha raggiunto il picco di 413 ppm (parti per milione) durante il mese di maggio. Il direttore del C3S (Copernicus Climate Change Service), Carlo Buontempo, spiega che “il 2020 si distingue per le temperature molto calde nell’Artico, ci sono state molte tempeste tropicali nel Nord Atlantico. L’ultimo decennio è stato il più caldo, c’è l’emergenza di ridurre molto le emissioni per anticipare impatti climatici negativi del futuro”.
La maggiore deviazione annuale dalla temperatura media è stata registrata nella Siberia settentrionale e nell’Artico, grazie al satellite Sentinel 1 del programma europeo Copernicus. E’ a rischio l’ultima fortificazione dei ghiacci artici e lo stretto di Nares. Nel 2020 ci sono stati inoltre molti incendi al Circolo polare artico, che hanno rilasciato molta anidride carbonica; anche in Europa è stato l’anno più caldo. Vincent-Henri Peuch, direttore del Cams (Copernicus atmosphere monitoring service), spiega che “fino a quando le emissioni globali non si ridurranno a zero, la Co2 continuerà ad accumularsi e a stabilire ulteriori cambiamenti climatici”.
Durante la pandemia Covid-19, è stata registrata una riduzione di circa il 7% delle emissioni di Co2 fossile. Nonostante questo, gli scienziati dicono che non abbiamo più tempo da perdere per assicurare un cambiamento verso il futuro a zero emissioni.
Il riscaldamento globale è il fenomeno di innalzamento della temperatura del pianeta: la maggior parte di questo aumento di temperatura ha cause naturali, ma una parte del surriscaldamento deriva dalle attività umane. L’uomo bruciando carbone, gas e petrolio sta distruggendo le foreste e con il tempo l’anidride carbonica aumenta nell’atmosfera terrestre. Tutto questo ha conseguenze disastrose: i ghiacciai si sciolgono, il livello del mare sale e gli uragani diventano sempre più frequenti: negli ultimi 30 anni sono raddoppiati.