di Giacomo Santini (2D)
Liliana Segre, senatrice a vita sopravvissuta alla deportazione degli ebrei nei campi di concentramento, è una delle persone fortunate che sono riuscite a sopravvivere all’inferno di Auschwitz.
Correvano gli anni ’40 e all’età di soli 8 anni Liliana Segre fu deportata nel lager polacco. Le fu tatuato il numero 75190 perché, una volta entrati lì dentro, non si era più nessuno, non si aveva più identità: eri solo un numero. Raccontò anche cose strazianti come la perdita della migliore amica nelle camere a gas, o come le persone che furono fucilate davanti a tutti. Una delle sue frasi più famose è: “Ho scelto la vita e sono diventata libera”.
Tutto per lei iniziò nel 1938 quando le leggi razziali fasciste si stavano diffondendo e i suoi genitori le dissero che era espulsa dalla scuola: “Perché?”, chiese ovviamente lei allora bambina; i nonni risposero: “Perché siamo ebrei, ormai ci sono delle leggi che non ci permettono di fare alcune cose”. Una delle leggi in questione diceva di rendere “invisibili” i bambini. Infatti, i suoi compagni di scuola neanche si accorsero che il suo banco era vuoto.
La senatrice racconta: “Nel lager, quando non si ha niente, si ha solo il proprio corpo che dimagrisce a vista d’occhio, è molto difficile formare amicizie perché la paura di morire, un passo falso o un’occhiata ti fa diventare ciò che i tuoi aguzzini vogliono che tu sia: diventi disumana, egoista. Dopo il distacco da mio padre il terrore di diventare amico di qualcuno e poi perderlo mi faceva preferire la solitudine, pensavo ancora di poter perdere qualcosa. Per un attimo vidi una pistola a terra, pensai di raccoglierla ma non ero come il mio assassino, da quel momento in poi vissi come una donna libera e di pace, fino ad oggi”.
Vorrei che le persone che hanno letto questo articolo e i miei compagni riflettano, come ho fatto io, su queste atrocità e che capiscano ciò che patirono tutte le persone deportate in questi veri e propri campi di morte. Sinceramente, anche conoscendo la mentalità e il pensiero di chiunque abbia compiuto questo massacro, non riesco a capire il perché di tutto ciò.
FONTE: ilfattoquotiano.it