di Camilla Camagna e Gabriele Zucchetto (2B)
Abbiamo deciso di intervistare, in onore del Dantedì, le tre grandi guide che condussero il Sommo Poeta nel suo viaggio ultraterreno. I tre fortunati intervistati sono: Virgilio, Beatrice e San Bernardo.
Salve, stimatissimi ospiti, stamani vi intervisteremo per ampliare le conoscenze nostre e dei nostri compagni di scuola. Vi faremo alcune domande sulla vostra vita e sul vostro rapporto con Dante.
Iniziamo con il chiedervi: qual è il vostro vero nome?
VIRGILIO: “Buonasera miei cari baldi giovani, il mio nome per intero è Publius Vergilius Maro, ma visto che mi siete simpatici potete chiamarmi soltanto Virgilio”.
BEATRICE: “Salve a voi miei garbati confidenti, il mio vero nome è Beatrice Portinari, ma chiamatemi come facevano tutti: Bice”.
SAN BERNARDO: “Bonsoir mes amis, mon nom original est Bernard de Fontaine”.
Perfetto! Adesso che conosciamo i vostri veri nomi, noi e i nostri amici vorremo sapere qualche scoop in più sulla vostra vita.
VIRGILIO: “Io ero un noto poeta e spero vivamente che mi conosciate tutti. Nacqui intorno al territorio dell’antica città di Mantova il giorno 15 ottobre del 70 a.C., e proprio per questo finii nel Limbo. Mi vanto di non essermi mai montato la testa per la mia immensa popolarità e spiccata intelligenza. Come sapete io sono celeberrimo per la scrittura del poema l’Aeneis, o visto che voi avete un quoziente intellettivo come quello di una pigna coi baffi, l’Eneide. Scrissi tal poema per narrare le gloriose vicende che portarono alla fondazione del popolo romano”.
BEATRICE: “Nacqui in quel dì di Firenze nel 1266 da Folco Portinari. Trascorsi la mia non molto longeva vita in quell’incantevole città, dove conobbi il mio caro amico Dante Alighieri. Mi sposai molto giovane con Simone dei Bardi, purtroppo soprattutto per Dante; morii a soli 24 anni, e questo scaturì una forte depressione in lui”.
SAN BERNARDO: “Je nacqui a Fontaine-lès-dijonnel nel 1090; scelsi la vita ecclesiasticà entrando nel monasterò di Citeaux e fondai l’abbazià di Clairvaux creando l’ordine dei Monaci Cistercensi. Morii a 63 anni a Clairvaux, ma ancora non riesco a capire il motivo della mia convocazione in questo mistico luogo”.
Magnifico! Perché secondo voi siete stati scelti da Dante per accompagnarlo nel suo viaggio ultraterreno?
VIRGILIO: “Io sono stato scelto perché si riteneva, ed era anche vero, che fossi una persona adatta per quel compito specifico in quanto sono intelligentissimo e magnifico, e quindi considerato un maestro di vita per Dante, nonché rappresentante della luce della ragione umana”.
BEATRICE: “Io son stata scelta perché rappresentavo la fede in Cristo e la Teologia, quindi un buon punto d’appoggio per Dante e, come mi è stato riferito in Paradiso, la sua crush non segreta come lui sperava”.
SAN BERNARDO: “Je sono statò scelto perché simboleggiavò lo slanciò morale verso Dieu e inoltre serviva un numero tre per completare la fissazione patologica del monsieur Alighieri”.
Passiamo alle domande più succulente…cosa pensate realmente di Dante Alighieri?
VIRGILIO: “Penso che il rapporto che avevo con Dante era un po’ come quello tra due fratelli, nel quale uno è sempre pronto ad aiutare l’altro specialmente quando uno dei due sviene e piange continuamente come Dante e quel giovane, ormai tra voi famosissimo, trafficante di magia oscura con degli strani occhiali e quella stupida cicatrice a forma di fulmine sulla fronte”.
BEATRICE: “Io trovo il mio ‘amico’ intelligente e anche abbastanza simpatico, specialmente quando riusciva a formulare una frase di senso compiuto davanti a me. L’unica pecca che trovo in lui è che mi ha dedicato due interi poemi, la Vita Nova ed in parte anche la Divina Commedia, per non parlare delle numerosissime liriche, e tutto ciò soltanto dopo esserci salutati per strada, al massimo, un paio di volte. Esagerato non trovate?”.
SAN BERNARDO: “Sinceramente non conosco in modo così approfondito monsieur Alighieri”.
Siamo giunti purtroppo all’ultima domanda prima della nostra triste separazione: ci dispiace amici, ma dopo queste epiche risposte dobbiamo salutarci, e sinceramente speriamo di non rivederci presto. Dunque, in quale luogo dell’aldilà spedireste Dante?
VIRGILIO: “Sinceramente a me non dispiace molto per la nostra separazione perché intorno a voi c’è aria di nullità, ma comunque spedirei il mio amichetto nel Limbo con me perché mi manca essere il più intelligente tra i due, e anche perché ammetto di sentirmi abbastanza solo”.
BEATRICE: “Sento il mio cuore spezzarsi quando nella mia mente giunge il pensiero della nostra separazione, ma senza indugiar oltre io spedirei il mio spasimante in un qualsiasi luogo del Purgatorio, probabilmente dove risiedono le genti tarde a pentirsi, perché era esageratamente ossessionato da me”.
SAN BERNARDO: “Personalmente manderei monsieur Alighieri nella nona bolgia dell’ottavò cerchiò poiché dal Paradiso intravidi che quello che lui compose non era cosa rispettosa nei confronti di chi davvero capisce qualcosa a tal riguardo”.
Benissimo, con questa risposta abbiamo concluso la mirabolante intervista che tutti aspettavano da più di 700 anni. Vogliamo ringraziare innanzitutto il lettore che ha passato un po’ del suo tempo a leggere quest’intervista, poi la comunità che risiede nel mondo dei morti per averci gentilmente prestato le anime dei fortunatissimi intervistati, e infine quest’ultimi per aver dato vita all’articolo dell’anno, che senza di loro non sarebbe esistito. Alla prossima, amici dello Stradellino.
Bravissimi ragazzi.. Quella dell’intervista è stata una grande idea e un bel viaggio con l’immaginazione… Bravissimi