di Benedetta Bartolacci e Giulia Tescan (3C)
Jojo Rabbit è un film del 2019, diretto da Taika Waititi. Il film ha vinto un Premio Oscar e un Premio BAFTA, ed è ispirato al romanzo Il Cielo in Gabbia di Christine Leunens, edito anche con il titolo Come semi d’autunno. È un film che si concentra sul nazismo, partito fondato da Hitler intorno al 1920. La storia si svolge nell’immaginaria Falkenheim, una città dominata dai nazisti.
Jojo ha dieci anni e ha un amico immaginario, cioè Adolf Hitler (interpretato dallo stesso regista, Taika Waititi), il capo dei nazisti. Jojo si sta per unire al Jungvolk, la Gioventù Hitleriana, e ne è molto felice perché tutti lo ritenevano un fifone. Quando però Jojo si rifiuta di uccidere un coniglio e prova a liberarlo, tutti cominciano a prenderlo in giro con il nomignolo “Jojo Coniglio” (Jojo Rabbit). Tra un allenamento e un lancio di granata, ad un certo punto Jojo scopre che la madre (interpretata dalla famosa attrice americana Scarlett Johansson) nasconde nella loro casa Elsa, un’ebrea che ama le poesie e il cui ragazzo (partigiano) si trova in guerra. All’inizio Elsa e Jojo sono nemici, anche perché quest’ultimo era contro gli ebrei, come i nazisti; ma i due ragazzi sono costretti a convivere. Jojo non voleva, inoltre, mettere nei guai la madre, perché l’amava molto. Tutto questo odio razziale di Jojo alla fine scomparirà e non ci sarà più perché, come viene detto nel film, “l’amore è la cosa più forte al mondo”.
Jojo Rabbit ci fa capire che, nonostante tutto, non ci sono differenze e che dobbiamo conoscere le persone prima di pensare male di loro. Il film ci è piaciuto molto perché parla di un periodo storico che stiamo studiando (la persecuzione degli Ebrei), ma in maniera più leggera.