Siamo ormai giunti alla fine della nostra rubrica sulle “Grandi donne”, almeno per questo anno scolastico. Con la speranza che la nostra iniziativa continui a essere portata avanti anche a settembre, vi lasciamo con un’intervista alla famosa pittrice messicana della prima metà del Novecento, Frida Kahlo. Un esempio di donna emancipata che, nonostante le difficoltà, è riuscita a farsi spazio in un mondo prevalentemente maschile. Le sue opere sono profondamente autobiografiche e raccontano di una vita piena di tormenti.
Buongiorno Frida! Abbiamo letto la tua biografia e notato che hai avuto una vita molto intensa, fatta di incidenti sia fisici che sentimentali: cosa ti ha spinto ad andare avanti?
“Buongiorno ragazzi! È vero, la vita mi ha messo a dura prova. A 18 anni ho avuto un bruttissimo incidente mentre viaggiavo sul pullman: ho rischiato di morire! Sono rimasta stesa su un letto, dentro quattro mura, per tanto tempo, ma lì ho scoperto un mondo, quello della pittura, con cui sono riuscita a superare i momenti più difficili”.
Cosa ti piace dipingere?
“Io amo dipingere me stessa perché sono il soggetto che conosco meglio. Quando sono stata costretta a letto, i miei genitori hanno montato una struttura con uno specchio per permettermi di fare autoritratti. È vero, il soggetto era sempre lo stesso, ma io mi divertivo a creare scenari fantasiosi. Quando non puoi attingere dal mondo esterno, devi cercare dentro di te e scoprirai che racchiudi un universo”.
Ti interessano le apparenze?
“No, non mi sono mai curata del mio aspetto: mi vestivo da maschio, non mi toglievo i baffi e le sopracciglia; ero per l’amore libero, ignorando i cattivi giudizi”.
Che tipo di rapporto hai avuto con Diego Rivera?
“Diego Rivera è sempre stato un idolo per me. Dopo averlo incontrato e avergli mostrato i miei quadri, lui è rimasto colpito e tra noi è scoppiata una scintilla. Ci siamo innamorati e sposati, nonostante la differenza di età. Purtroppo è stato un matrimonio pieno di tradimenti. Ci siamo lasciati nel 1939, per tornare insieme e risposarci un anno dopo a San Francisco”.
Davvero una storia d’amore avvincente! Ma dicci, cosa pensi realmente di Diego?
“Io e Diego avevamo una grande stima l’uno dell’altra, ma sono convinta che dentro di sé abbia sempre invidiato il mio successo. Comunque, nonostante i nostri trascorsi e la delusione per avermi tradito con mia sorella Cristina, io l’ho sempre amato”.
Come mai le tue opere hanno forti tendenze al surrealismo?
“Sì, mi ispiro molto al surrealismo, ma ciò che influenza maggiormente le mie opere è la cultura popolare messicana. In ogni caso non ho mai dipinto sogni, ma solo la mia realtà”.
Oggigiorno rappresenti la libertà femminile e sei un’icona della moda. Cosa ne pensi? Avresti mai pensato che in futuro avresti avuto una tale influenza?
“Sono felice di sapere che ciò che ho realizzato è diventata fonte di ispirazione per le nuove generazioni; sono sempre stata una donna fuori dagli schemi e non ho mai avuto problemi a mostrarlo. Ho letto che negli ultimi anni avete anche provato a dare dei nomi a questa mia influenza: Fridamania, Fridolatria, Kahloismo. Che dire? Non pensavo che avrei avuto un così grande successo. Alla mia morte il «New York Times» scrisse: ‘è morta Frida Kahlo, artista, moglie di Diego Rivera’; insomma, all’epoca ero conosciuta solo grazie a mio marito”.
Frida, tu sei una vera e propria fonte di ispirazione per noi! Grazie per averci concesso questa intervista! Ti portiamo sempre con noi, che sia la tua immagine stilizzata su dei calzini o qualche tua citazione sul diario. Abbiamo anche realizzato un quadro in tuo onore!
“Grazie ragazzi, sono contenta di essere un esempio positivo per voi!”
L’intervista è stata realizzata da Letizia Argenti, Giulia Berardi, Jasin Nuhiji e Leonardo Zerulo. Il disegno che segue è stato realizzato da Giulia Berardi e Irene Palazzini (3C).