di Daniele Focaracci (1B)
“Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà”, Anna Frank.
Il diario di Anne Frank (Het Achterhuis) è un libro in stile diaristico, pubblicato da Uitgeverij Bert Bakker ad Amsterdam nel 1991.
La famiglia di Anne è di religione ebraica e si trasferisce da Francoforte in Olanda in seguito alle persecuzioni naziste contro gli ebrei volute da Hitler.
Nel 1942 tutta la famiglia è costretta a rifugiarsi nell'”alloggio segreto”, per sfuggire alla deportazione degli ebrei nei campi di concentramento da parte della polizia tedesca. Qui Anne, che all’epoca aveva solo 13 anni, racconta la sua storia e la storia della sua famiglia, esprime i suoi pensieri di adolescente, le sue emozioni e le sue paure. Anne scrive al Diario per due anni; le annotazioni si interrompono bruscamente il 1 agosto 1944 in quanto poco dopo, a causa di una denuncia, l’autrice e la sua famiglia vengono scoperti, arrestati e deportati nel lager di Auschwitz ed, in seguito, in quello di Bergen-Belsen, dove Anne morì di tifo all’inizio del 1945. Il padre sopravvisse ai campi di concentramento e, tornato nell’alloggio segreto, trovò il Diario di sua figlia; qualche tempo dopo decise di renderlo pubblico, in modo da esaudire il desiderio di Anne che progettava di farne un romanzo alla fine della guerra. Da qui tutti conobbero il famosissimo Diario.
Leggendolo si può capire quanto una ragazza, isolata e nascosta, voglia vivere in modo semplice e spontaneo anche in una situazione di paura e di guerra.
Questo diario, oltre ad essere una straordinaria testimonianza di uno dei tempi più bui della storia, è anche il racconto della vita quotidiana di una ragazza che riflette su se stessa e sui rapporti con gli altri. La sua innocenza deve essere da esempio in tutto il mondo, per evitare che tali violenze possano ripetersi.