di Gabriele Zucchetto (3B)
La NASA in quest’ultimo periodo ci ha svelato un nuovo tassello della ricerca lunare, iniziata tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Come parte del programma Artemis, nel 2023 sarà lanciato VIPER, acronimo di Volatiles Investigating Polar Explorer Rover. VIPER è un mezzo a quattro ruote adibito a esplorare il suolo lunare, più specificatamente il polo sud della Luna a ovest del Cratere Nobile. L’obiettivo della NASA sarà quello di ricercare e successivamente studiare la presenza di ghiacci d’acqua presenti sul nostro satellite.
Il polo sud della Luna si manifesta come una delle regioni più caratteristiche della Luna, sia per la superficie del terreno sia per le basse temperature (fino a -223 gradi) a causa della latitudine estrema dove non giungono i raggi solari. Si ritiene che questi crateri di ghiaccio celino al loro interno altri materiali ancora sconosciuti: l’allunaggio di VIPER permetterà agli scienziati di rispondere a molte delle loro domande. La spedizione di VIPER è stata studiata per condurre una missione di 100 giorni, con trivellazioni del sottosuolo e analisi sul campo dei campioni prelevati. VIPER sarà alimentato a energia solare tramite degli appositi pannelli con batterie di una durata di circa 50 ore, grazie alle quali potrà avventurarsi nelle aree più buie del satellite. Come riportato da Daniel Andrews, Project Manager della missione, per la scelta del sito da esplorare e la durata della missione sono stati presi in considerazione anni di rilievi satellitari e studi del polo sud della Luna al fine di soddisfare quattro criteri fondamentali: la disponibilità di luce solare, la visibilità verso la Terra per le comunicazioni radio, l’evidenza di ghiaccio ed altre risorse naturali ed infine un terreno adatto agli spostamenti di VIPER.
L’area di maggior interesse è stata ristretta a una superficie di 93 km quadrati, all’interno della quale sono stati identificati sei siti che VIPER esplorerà percorrendo una distanza di massimo 24 km. La missione principale dovrebbe essere completata in anticipo rispetto alla tabella di marcia, permettendo così l’eventuale esplorazione di zone aggiuntive. Saranno previste almeno tre trivellazioni con profondità variabili e in aree caratterizzate da temperature diverse: gli scienziati intendono generare dei modelli per stimare la presenza di ghiaccio d’acqua ed altri elementi naturali su tutta la superficie lunare.
La disponibilità, ma soprattutto l’eventuale utilizzo, di queste risorse potrebbe essere un fattore chiave per l’insediamento umano sulla Luna.