In occasione del 25 novembre, durante il laboratorio pomeridiano di Scrittura creativa, gli alunni della classe II A hanno deciso di cimentarsi nella tecnica del Caviardage. Come già spiegato in un precedende articolo (“Ad Auschwitz c’era la neve”), il Caviardage è un metodo di scrittura poetica che aiuta a tirar fuori la poesia nascosta dentro di noi attraverso un processo creativo che parte da una pagina già scritta (pagine strappate da libri da macero, articoli di giornali e riviste, ma anche testi in formato digitale). Grazie alla contaminazione con svariate tecniche artistiche si dà vita a “poesie visive”. La parola deriva dal francese caviar, “caviale”, e potrebbe essere tradotta come “annerire”; si oscurano infatti le parole che non servono, per mettere in evidenza invece quelle prescelte che, insieme, andranno a formare una frase, un pensiero, una poesia.
Gli alunni hanno realizzato dei componimenti poetici ispirandosi alla tematica della violenza di genere, ma anche all’amore, quell’amore nobile e puro che le donne incarnano. Molto interessante è sicuramente notare come, in alcuni dei ragazzi, una stessa pagina di libro abbia suscitato emozioni e sensazioni contrastanti.
Di seguito, i lavori realizzati dagli alunni della classe II A.