di Aurora Saraceni e Gioia Pancianeschi; illustrazioni di Aurora Saraceni (2F)
Introduzione
Ableben è un famoso detective tedesco che si ritrova a risolvere un caso nella villa del suo ex professore. Durante l’investigazione, però, muore. Con il proseguire della storia incontrerà vari personaggi che lo aiuteranno a risolvere questo sanguinoso mistero, per poi andare sereno nell’oltretomba e cominciare la sua nuova vita.
Prima puntata: Ableben
Ciao, sono Ableben e sono un detective, o meglio, lo ero. Sono sempre stato un uomo molto scettico e non mi ero mai capacitato del perché della morte. Sinceramente ne avevo sempre avuto un po’ paura, perciò avevo sempre cercato di tenermi lontano da tutte le cose che avrebbero potuto avvicinarmi ad essa. L’unica cosa da cui non sono riuscito a proteggermi è stato il mio lavoro, nonché causa della mia morte. Affinché una persona muoia serenamente dovrebbe esaudire tutti o almeno la maggior parte dei suoi desideri e morire senza rimpianti. Per questo ho scelto di diventare un detective: non solo mi piaceva investigare, ma io credevo che risolvendo i casi di omicidio avrei permesso alle anime delle vittime di avere la loro giustizia e quindi di poter rinascere sapendo di essere stati “vendicati”. Lo so, può sembrare strano, ma credevo nella vita dopo la morte. Pensavo che dopo essere morti e aver attraversato un lungo cammino nell’oltretomba, si poteva rinascere sotto forma di un altro essere. La mia morte ne fu la conferma.
Ma ora passiamo alla parte non trascurabile della mia storia.
Era una fredda giornata d’inverno ed ero a casa del mio ex insegnante Freddie. Freddie era uno dei miei professori preferiti, nonché l’unico insegnante che ancora frequentavo. Lui era di origini inglesi e si trasferì in Germania dopo la nascita della sua seconda figlia. Era un uomo sorridente e gentile, sempre disposto ad aiutare i suoi studenti. Ero uno dei suoi migliori alunni, il suo preferito, credo. Non capitava di sentirci spesso, ma a volte mi invitava a casa sua per delle cene. Freddie era un uomo molto ricco e abitava in una bellissima villa insieme alla sua famiglia, formata da sua moglie Betty e i suoi tre figli: Benjamin, il più grande; Olivia, la seconda figlia e Heterkeit, il più piccolo, nonché l’unico nato in Germania.
Conoscevo i figli di Freddie sin da quando erano piccoli. Ero come uno zio per loro, li avevo visti crescere. Heterkeit era un fanatico dei romanzi gialli e spesso quando era piccolo veniva nel mio ufficio. Diceva che “giocava a fare l’investigatore”. Faceva spesso tante domande sulla mia carriera ed aspirava a diventare un detective, proprio come me. Infatti quella sera fui invitato non solo per cenare, ma anche perché Freddie aveva un’importante richiesta da farmi. Finimmo di cenare e cominciammo a chiacchierare. Dopo circa un’ora i ragazzi cominciarono ad avviarsi verso le loro camere ed io e Freddie ci accomodammo sulle poltrone del salotto davanti al camino. Pochi minuti dopo arrivò la Signora Betty e ci servì una squisita tazza di tè nero. Finimmo di bere il tè e Freddie mi pose la tanto attesa domanda: mi chiese se avessi potuto aiutare Heterkeit a intraprendere una strada nell’ambito investigativo. Era la stessa domanda che mi fece anni prima per Benjamin, ma io rifiutai perché pensavo che lui non fosse adatto a diventare un detective. Per Heterkeit, però, la pensavo diversamente; lui, anche essendo il più piccolo, era il più maturo ed intelligente. Quindi accettai e dissi che avrebbe dovuto studiare molto ed impegnarsi altrettanto. Freddie fece un grande sorriso. Era davvero felice, si vedeva che teneva molto a suo figlio, forse di più rispetto agli altri due, ma credevo fosse solo una mia impressione. Salutai la Signora Betty e Freddie, ringraziandoli per l’ospitalità, e tornai a casa.
Poche settimane dopo ero nel mio ufficio; osservavo alcune carte e dei documenti, insomma stavo svolgendo tranquillamente il mio lavoro, quando all’improvviso uno dei miei colleghi irruppe nel mio ufficio con il fiato grosso. Lo ammetto, lo guardai un po’ male…poteva almeno bussare! Mi guardò e mi disse con voce tremolante:
– Capo! Ho una terribile notizia. C’è stato un omicidio!
– Dove? – risposi io tranquillamente. Non capivo il motivo della sua agitazione, dopotutto eravamo abituati a omicidi e sentire che c’era stato un assassinio non era una cosa nuova.
– A casa del signor Freddie! – disse lui.
Rimasi perplesso. Come era possibile? Ero stato lì appena poche settimane prima. Non sapevo cosa dire, ma mi feci coraggio e chiesi:
– Chi è morto?
– Heterkeit! – rispose.
To be continued…