di Aurora Farnetti (3G)
Il cacciatore di aquiloni è un romanzo scritto da Khaled Hosseini e pubblicato nel maggio del 2003.
Questo libro parla di un’amicizia molto profonda fra due bambini. I protagonisti sono Amir e Hassan, due ragazzi che vivono nella città di Kabul. Amir, orfano di madre, proviene da una famiglia molto ricca e vive in una casa lussuosa, mentre Hassan è molto povero e insieme a suo padre lavora come domestico nella villa di Amir. I due sono inseparabili e passano molto tempo insieme, però Amir soffre molto perché suo padre dà più attenzioni ad Hassan che a lui. Loro due hanno un sogno, quello di vincere ”LA GARA DI AQUILONI”, una competizione della loro città che consiste nel tagliare l’aquilone dell’avversario. Per il compleanno di Hassan il padre di Amir gli regala un bellissimo aquilone. I due il giorno della gara riescono a vincere ed Amir vede suo padre per la prima volta essere fiero di lui. Hassan decide di andare a cercare l’aquilone vinto, ma in quel momento è accerchiato da un gruppo di bulli che aveva già affrontato in passato per difendere Amir. I bulli danno due possibilità al povero bambino: o consegna l’aquilone che aveva vinto o gli avrebbero fatto del male. Hassan ci tiene molto a restituire l’aquilone al suo migliore amico, quindi rifiuta. Il bimbo viene così violentato sotto gli occhi di Amir che per la paura si è nascosto ed è scappato senza aiutare il povero Hassan. Nei giorni successivi i due bimbi si allontanano fino a non parlarsi più. Amir per far cacciare il suo amico dalla villa decide di accusarlo di aver rubato un orologio del padre, ma il padre di Amir lo perdona. Il padre di Hassan decide comunque di andare via da quella città, dopo che il bambino gli ha raccontato quanto successo durante la gara. Poco dopo l’Afganistan è invasa dai sovietici e Amir e suo padre sono costretti a trasferirsi in America. I due si trovano molto bene in questa nuova città: Amir fa carriera, diventa un famoso scrittore e si sposa con una giovane ragazza, anche lei afgana. Poi un giorno riceve una chiamata inaspettata da Kabul. Spacciandosi per Hassan, Amir si dirige verso Kabul e scopre, da un amico di suo padre, che in realtà Hassan è suo fratello, e che è stato ucciso dai talebani che avevano ormai invaso la città. L’uomo gli dà una lettera che Hassan aveva scritto Hassan per lui, ma che non ebbe mai il coraggio di inviargli. Nella lettera c’era scritto che Hassan aveva imparato a leggere e a scrivere, il suo sogno da quando era bambino, e pregava Amir di salvare suo figlio e portarlo con lui in America. Amir inizia a cercare il bambino e lo trova in un orfanotrofio dove viene costretto, insieme ad altri bambini, a prostituirsi ai talebani. Amir riesce a scappare con il bambino e a portarlo in America. Il senso di colpa per aver abbandonato il suo migliore amico-fratello, lo porta a trattare il bambino come fosse suo figlio.
Questo libro mi ha fatto riflettere molto e mi ha fatto capire l’importanza di tenermi strette le persone che mi vogliono bene veramente, perché una volta trattate male e scartate dalla nostra vita si rimpiangeranno per sempre. Consiglio a tutti la lettura di questo romanzo.