Venerdì 29 aprile, presso la palestra della sede centrale del nostro Istituto, si è svolto l’incontro relativo al progetto “Insieme per la legalità”, a cura del Comandante della Compagnia Carabinieri di Civita Castellana, Maggiore Palmina Lavecchia, e con la presenza anche del Comandante della Stazione dei Carabinieri di Nepi, Lgt. Armando Accettulli. Alla lezione hanno partecipato tutte le classi prime della Scuola Secondaria di Primo Grado.
Scopo del progetto è educare gli alunni al rispetto della dignità della persona umana, attraverso la consapevolezza dei diritti e dei doveri, con l’acquisizione delle conoscenze e l’interiorizzazione dei valori che stanno alla base della convivenza civile.
Tutti noi siamo appena usciti da una pandemia mondiale che ci ha bloccato per lunghi periodi dentro casa. Nessuno di noi aveva mai vissuto una pandemia da Covid. Il nostro unico “amico”, che ci permetteva di rimanere in contatto con coetanei, scuola e parenti, era Internet. Molti ragazzi, finita la pandemia, non sono però più riusciti a fare a meno della rete e dei dispositivi informatici, ossia si è creata in loro una vera e propria dipendenza, accanto anche a quella da alcool.
Su Internet sono diffuse diverse forme di illegalità come il cyberbullismo, attraverso soprattutto le chat dei videogiochi e dei social network. Alcuni episodi di cyberbullismo hanno portato molti ragazzi anche alla morte. Il bullo è una persona fragile a cui manca qualcosa, un bambino che sta affrontando un brutto periodo o che è cresciuto in una famiglia che non è riuscita a dargli le giuste attenzioni. I bulli sono più fragili di noi ed è per questo che anche noi dobbiamo fare la nostra parte, ossia non dobbiamo allearci con loro, ma aiutarli.
I reati legati agli atti di bullismo sono: la diffamazione, la rissa, la violenza sessuale (qualsiasi azione o comportamento legato all’intimità e al corpo non condiviso dall’altra persona), l’istigazione al suicidio, le lesioni ecc. Molte ragazze, anche se i loro ex continuano a tormentarle, non li denunciano perché non vogliono rovinarli in quanto forse in fondo sono dei bravi ragazzi, ma esiste anche la possibilità dell’ammonimento da parte dei carabinieri (se non si vuole procedere subito con la denuncia).
Ricordiamoci che anche nelle scuole ci sono referenti che si occupano di prevenire e fronteggiare gli atti di bullismo tra studenti.
Molto spesso le chat vengono utilizzate anche per rubare o a fini sessuali. Per difenderci da messaggi o e-mail dai contenuti inappropriati possiamo contattare i proprietari dell’app su cui è stata girata una foto o è stato inviato un messaggio da un utente sconosciuto e, se entro 48h non viene rimosso il contenuto pericoloso e bloccato l’utente, allora bisogna passare alla denuncia. Attenzione anche alla pubblicazione su Internet di immagini con altre persone: bisogna sempre chiedere il consenso degli interessati e, se minori (meno di 14 anni soprattutto), dei genitori. Se qualcuno pubblica una nostra foto senza il nostro consenso, possiamo scrivere direttamente al social e poi al garante della privacy.
Altre forme di reato – su Internet e non – sono: lo stalking, ossia quando una persona segue sempre un’altra persona e riesce a sapere tutto di lei (anche rubare informazioni o foto di un altro senza l’autorizzazione è grave perché svanisce la privacy); il body shaming, le prese in giro che riguardano l’aspetto fisico, il peso, le proporzioni del corpo ecc.; i gruppi di minori che, mentre picchiano altri coetanei e non, fanno video che poi postano in rete per mostrare le loro “bravate”, risultato molto spesso della ‘malamovida’ degli ultimi anni; l’adescamento. In quest’ultimo caso, la prima raccomandazione da tenere sempre a mente è di non rispondere mai alla gente sconosciuta o comunque di non dare confidenza: se riceviamo un messaggio o un contenuto che inappropriato possiamo e dobbiamo subito bloccare e segnalare quell’utente, come dicevamo anche poco sopra. Inoltre, dobbiamo ricordarci che online vediamo solo il bello delle persone, ad esempio degli influencer. Molto spesso in Internet le amicizie non sono reali.
Non dimentichiamoci, infine, delle sempre più diffuse – purtroppo – sfide sui social, che sono molto pericolose: chi lancia queste sfide non si preoccupa infatti degli eventuali rischi per la vita delle altre persone.
L’articolo è stato realizzato da Giorgia Dalena, Gianmarco Fagioli, Sofia Gatto e Alessia Giambarresi (1C).