di Emanuela Tal (3A)
Perché il 25 novembre si festeggia la giornata contro la violenza sulle donne e il femminicidio? La data non è stata scelta a caso: il 25 novembre 1960 è la data in cui le tre sorelle Mirabal, tre donne coraggiose e rivoluzionarie, furono assassinate brutalmente per ordine del dittatore dominicano Rafael Leónidas Trujillo, che considerava irritante e irrispettoso il loro essere donne.
Purtroppo ancora oggi le donne vengono molestate, violentate e uccise, anche da parenti stretti; ne è un esempio il femminicidio accaduto a Venezia l’8 agosto 2018.
Una donna di trentasette anni, Maila Beccarello, viene uccisa a pugni e schiaffi dal marito, Natalino Boscolo Zemello, di trentacinque anni, già pregiudicato e agli arresti domiciliari per tentata estorsione. È accaduto tutto intorno alle 7 del mattino, dopo una lunga litigata durata tutta la notte. La causa del litigio: probabilmente un messaggio inviato da parte di un’altra donna con cui l’uomo aveva una relazione segreta.
Boscolo Zemello, dopo aver chiamato lui stesso l’ambulanza alle 8 del mattino, confessa di aver tirato alla moglie “solo due pugni e uno schiaffo”, cosa alquanto impossibile viste le tracce e le pozze di sangue lasciate sul pavimento e sul muro di casa, oltretutto probabilmente fatte mentre la donna cercava di fuggire dall’aggressore.
I vicini di casa dicono che non avrebbero mai pensato a una cosa del genere, dato che non avevano mai sentito gridare nessuno.
L’uomo non oppone resistenza durante l’arresto, che avviene subito la stessa mattina. Il tribunale lo condanna a trent’anni di carcere.
In passato Maila Beccarello non aveva mai denunciato alcun maltrattamento subìto dal marito alla polizia, ma si ipotizza che l’uomo fosse violento da molto tempo, dati i lividi presenti sul corpo della donna.
Questo episodio di violenza familiare ci fa capire quanto pericolosa possa essere una persona e ci fa riflettere sull’importanza della parola e dell’espressione fisica, intesa come piccoli segni sul corpo di una donna che possono farci capire che è in pericolo.
Se siete o conoscete qualcuno in una situazione di possibile pericolo violenza, chiamate il numero 1522 e chiedete aiuto.
Se conoscete qualcuno che sta vivendo una circostanza del genere, stategli accanto il più possibile e convincetelo a chiedere aiuto, perché nessuna donna merita di vivere tutto ciò.