a cura della classe 3B
Noi ragazzi della terza B, dopo l’arresto del latitante Matteo Messina Denaro, ci siamo interessati alle persone che hanno pagato con la vita la loro lotta contro la Mafia, in particolare abbiamo approfondito le vite di: Peppino Impastato, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rosario Livatino, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Don Giuseppe Puglisi e Don Peppino Diana. La nostra idea è quella di presentarvi le loro vite e ciò che hanno fatto in una serie di puntate che usciranno sul nostro giornale on-line ogni settimana affinché tutti gli alunni dell’Istituto conoscano il coraggio e la determinazione di questi uomini, che non si sono mai tirati indietro nel denunciare apertamente la Mafia e tutti i suoi orrori.
Giuseppe Impastato, detto Peppino, nacque il 5 gennaio 1948 a Cinisi, in provincia di Palermo. Lo zio ed altri parenti di Peppino erano mafiosi; anche il padre, Luigi, era legato ad ambienti malavitosi e, a causa delle sue attività anti-mafiose, venne cacciato di casa. Nel 1965 Peppino decise di entrare a far parte del PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) e di fondare il periodico “L’idea socialista”. Sua madre, Felicia, era silenziosamente dalla parte del figlio. Quest’ultimo continuava a portare avanti le sue attività anti-mafiose con l’appoggio dei ceti sociali più bassi, intimoriti dalla mafia. Impastato fu il fondatore del centro culturale Musica e Cultura e di Radio Aut, una radio in cui lui denunciava apertamente i crimini e i criminali mafiosi facendone nome e cognome. Nel 1978 si candidò alle elezioni del paese nella lista della Democrazia Proletaria (organizzazione politica nata in Italia, di tendenze comuniste).
La notte tra l’8 e il 9 maggio di quello stesso anno, Peppino morì a soli 30 anni. Chi lo uccise adagiò il suo corpo sui binari della ferrovia di Cinisi e mise una carica di tritolo accanto al suo corpo; quando giaceva sui binari Peppino era ancora vivo, ma era stordito a causa dei colpi ricevuti dai suoi futuri assassini. La maggior parte delle persone credeva che Peppino si fosse suicidato; pertanto, anche la polizia archiviò il caso. Dopo 23 anni, la madre e i suoi amici di Radio Aut riuscirono a scoprire che Peppino non si era suicidato, ma che era stato ucciso. Soltanto nel 2002 venne riconosciuto mandante del suo omicidio Gaetano Badalamenti, un boss mafioso di Cinisi che Peppino sbeffeggiava su Radio Aut chiamandolo “Tano Seduto”.
Ad oggi, rimane ancora sconosciuta l’identità dei suoi assassini.
IL FILM DI PEPPINO IMPASTATO
Sulla vita di Peppino Impastato è stato scritto un libro e girato un film, diretto da Marco Tullio Giordana e interpretato dall’attore Luigi Lo Cascio.
Il film parla della coraggiosa vita di Peppino che noi ricordiamo soprattutto per le sue idee. I Cento Passi è il titolo del libro e del film, scelto perché i passi tra la sua casa e quella di Badalamenti, il mandante del suo assassinio, erano proprio cento.
IL DISCORSO SULLA BELLEZZA
Tra i discorsi di Peppino Impastato ne ricordiamo uno in particolare riguardante la rassegnazione e il silenzio omertoso in cui purtroppo viveva e vive tutt’oggi la maggior parte della popolazione siciliana. “A questa gente andrebbe insegnata la bellezza” diceva Peppino che nel suo discorso ha recitato: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà […]; è per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza perché in uomini e in donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
Di seguito proponiamo il link della canzone I cento passi dei Modena City Ramblers.
Bravi ragazzi!!!