A metà degli anni Cinquanta Benedict, orfano della madre (austriaca, morta quando il figlio aveva quattro anni), cresce in campagna con i nonni. Il ragazzino sogna, però, di entrare a far parte del prestigioso coro di Vienna Wiener Sängerknaben. Max, che lavora nel coro, lo sente cantare e, sorpreso dalla sua bravura, convince il direttore a farlo entrare, anche se alcuni professori, per esempio il docente di educazione fisica, non sono d’accordo. Quando finalmente il sogno di Benedict si realizza e quindi riesce a essere ammesso nella scuola, purtroppo viene bullizzato e discriminato da alcuni compagni, soprattutto per il colore della sua pelle. Il giovane però non si arrende ed è pronto a tutto pur di partecipare al tour con la compagnia negli Stati Uniti, dove spera di rintracciare il padre mai conosciuto. Il papà è un soldato afro-americano che non vede il figlio da quando è nato, ma Benedict fa qualsiasi cosa per trovarlo e, insieme a un amico che considera come un nonno, chiede perfino aiuto a un generale dell’esercito di stanza a Vienna. Dopo poco tempo l’uomo si trova davanti agli occhi il soldato della foto che gli aveva dato il bambino: gli sembra un miracolo. Il detective dice subito al soldato che il figlio lo sta cercando e finalmente si rincontrano. Il soldato, che in un primo momento deve partire per la guerra, decide invece di andare all’esibizione del coro di Benedict. Coorte, il bambino che lo bullizza, fa finta di star male per farlo cantare al posto suo e da quel momento diventano amici. Benedict all’inizio del brano dice: “Per la mia mamma”, pensando che il padre non sia lì a vederlo e, quando inizia a cantare, si blocca per la tristezza. A quel punto, il padre si alza in piedi tra il pubblico e continua insieme a lui a cantare il brano. Essendosi ritrovati, possono ora passare tutto il resto della loro vita insieme.
La piccola grande voce è un film austriaco del 2015 di genere drammatico, diretto da Wolfgang Murnberger, con Wainde Wane, David Rott, Karl Merkatz, Miriam Stein, Tyron Ricketts, Erwin Steinhauer.
Molte sono le tematiche che questo film affronta: il razzismo, la discriminazione, il bullismo, la solidarietà. Dopo aver visto la storia di Benedict abbiamo infatti riflettuto in classe sul fatto che non si deve mai giudicare una persona dall’apparenza e dal colore della pelle perché ognuno di noi ha un grande potenziale e siamo tutti uguali. I bulli hanno sottovalutato Benedict e gli hanno fatto male senza sapere che brava e simpatica persona fosse. Spesso, inoltre, quando ci si trova in situazioni difficili e buie, si incontra qualcuno che dona un po’ di luce, aiutandoci e capendoci. Pensiamo ad esempio a Max, che ha aiuta il protagonista a entrare a far parte del coro, o il signore che Benedict considera come un secondo nonno, uomo che ha perso la moglie durante la Seconda Guerra Mondiale, anche lui discriminato ma per il fatto di essere ebreo. Questo film ci ha fatto, infine, capire che nella vita per realizzare i nostri sogni non basta avere grandi potenzialità, ma anche grande volontà e forza d’animo; di fronte alle ingiustizie, non dobbiamo lasciarci mai scoraggiare o perdere la speranza perché nella vita vincono sempre la giustizia e il talento.
La scena più commovente del film è sicuramente quando Coorte fa finta di stare male per far cantare Benedict, capendo il suo sbaglio, e quindi i due diventano alla fine amici; ma bellissimo ed emozionante è anche il momento in cui Benedict e il padre si incontrano per la prima volta grazie a una canzone della madre.
Il film ci è piaciuto moltissimo e ne consigliamo la visione a tutti. Giudizio: ottimo!
L’articolo è stato realizzato da Aurora Giannuzzi, Simon Pietro Rossi, Elena Soldatelli e Benedetta Tortella (1B).