di Leonardo Gregni (3B)
Molte persone non si rendono conto del peso delle parole e molto spesso parlano senza pensare alle conseguenze e all’effetto che possono causare sul destinatario. Altre volte, invece, riflettiamo molto prima di parlare e scegliamo con cura le parole giuste per paura di sbagliare o di non essere abbastanza precisi, come durante un’interrogazione, o cerchiamo le parole migliori per confortare qualcuno. Le parole sono le armi più potenti che abbiamo sia nel bene che nel male e dobbiamo stare attenti a ciò che diciamo e a chi ci rivolgiamo. Troppo spesso, presi dalla rabbia, parliamo senza pensare e diciamo cose che non avremmo mai voluto dire e poi ci pentiamo di ciò che abbiamo fatto. A volte diciamo qualcosa che per noi può sembrare innocua, ma che per qualcuno può essere molto pesante magari perché è più sensibile o perché sta attraversando una situazione complicata e quel che diciamo può far affiorare ricordi importanti. Capita anche che le persone, senza l’intento di offenderci, facciano delle battute su di noi che ci feriscono, ma noi per non far notare agli altri il nostro disagio facciamo finta di ridere e di essere divertiti. Molte persone non se la prendono e fanno battute su loro stessi, e questo fenomeno si chiama autoironia, mentre altri se la prendono anche per la minima cosa.
Io, nella mia vita quotidiana, cerco sempre di usare le parole per aiutare chi è in difficoltà e per questo mi definisco una persona piuttosto empatica, ma non mancano le occasioni in cui mi faccio trasportare da rabbia e frustrazione dicendo cose di cui mi pento e poi cerco di rimediare. Mi è capitato, qualche anno fa, di dare una mano a un mio amico a superare una situazione difficile: non usciva molto di casa e aveva pochi amici superficiali. Aveva perso la voglia di interagire con gli altri, ma grazie a parole di conforto e vicinanza riuscì a uscire da quel mondo isolato e a migliorare il suo rapporto con le persone. Purtroppo, si era isolato a causa di parole tutt’altro che accoglienti e solidali, ma fortunatamente è riuscito a reagire. Molti ragazzi però cadono in un buco troppo profondo da cui non riescono a venire fuori perché sono stati feriti da parole troppo pesanti per loro, che non riescono a sopportare, e la permanenza in quel buco oscuro può portare addirittura al suicidio. Nella mia esperienza personale non sono mai stato offeso pesantemente e non ho mai attraversato un momento davvero buio, per questo mi ritengo fortunato. Mi è capitato di essere vittima di piccoli insulti e ho trovato conforto nelle parole della mia famiglia e dei miei amici. Diversi anni fa, quando ero piccolo, facevo karate insieme a mia sorella minore e il nostro maestro diceva sempre che la penna è più forte della spada e che le parole vanno usate per risolvere ogni discussione.