di Claudia Monti, Naya Zaitun, Elena Tal (2B) e Elena Bannetta, Bianca Rosichelli, Flavio Ruggeri (2D).

Ogni nuovo anno scolastico porta con sé cambiamenti, aspettative e nuove sfide. Tra le novità più importanti di quest’anno, c’è l’arrivo del nostro nuovo Dirigente, prof. Michele Lillo, che guiderà la scuola con la sua esperienza e le sue idee.

Per conoscerlo meglio, abbiamo avuto il piacere di intervistarlo. Ha condiviso con noi le sue aspettative per il nostro Istituto, gli obiettivi che intende perseguire e le sue prime impressioni sulla scuola. Inoltre, grazie a questa conversazione, abbiamo scoperto anche qualcosa di più su di lui, sulla sua formazione e persino sui suoi gusti personali.

La mattina del 3 marzo il Dirigente ci ha ricevuto in presidenza ed ecco cosa ci ha raccontato.

– Buongiorno Dirigente, può raccontarci qualcosa sul suo percorso di studi e sulla sua formazione? E quali esperienze lavorative ha avuto prima di diventare Dirigente Scolastico?

– La mia famiglia avrebbe preferito che avessi intrapreso gli studi di Giurisprudenza per poi diventare avvocato ma io mi sentivo uno spirito libero e alla fine ho scelto la facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. Successivamente ho frequentato un corso in restauro dei monumenti e ho iniziato la libera professione di architetto.

Nel 1992 ho lasciato il mio lavoro e ho deciso di partecipare a ben 7 concorsi a cattedra, superandoli tutti!. Così sono diventato insegnante di Architettura in un liceo artistico dal 1992 al 25/10/24.

– Cosa l’ha spinta a scegliere la carriera di Dirigente Scolastico? E a che età ha cominciato questo lavoro?

– Ho fatto sempre il collaboratore del Dirigente, in una scuola che aveva una sede staccata; ho cominciato a maturare l’idea di voler fare il dirigente perché volevo portare avanti la mia idea di scuola, cosa che da collaboratore non avevo la possibilità di fare fino in fondo.

– Quali sono i pro i contro di fare questo lavoro?

– Pro: anche se le scelte sono condivise con i miei collaboratori e con i docenti, posso portare avanti la mia idea di scuola, dare la mia impronta.

Contro: ci sono molte responsabilità e mi manca molto il rapporto con gli alunni.

– C’è mai stato un momento in cui ha pensato di rinunciare?

– No, non ho mai avuto dubbi, pondero sempre bene le mie scelte. Ritengo che, prima di compiere una scelta, sia fondamentale avere piena consapevolezza e sicurezza del proprio percorso.

– C’è stato qualcuno che l’ha incoraggiata a intraprendere questa carriera?

– No, è stato un cammino naturale, nato dalla mia inclinazione e dalle mie esperienze.

– C’è qualcosa che tornando indietro non farebbe?

– No, non ci sono scelte di cui mi pento perché tutto ciò che ho fatto mi ha portato ad essere quello che sono. Tuttavia, con il senno di poi, forse avrei colto alcune opportunità che allora ho lasciato sfuggire.

– Come si trova in questa scuola?

– Ho iniziato e finito la mia attività di docente in una secondaria di secondo grado, quindi entrare ora in una secondaria di primo grado è un po’ iniziare da capo. Ma sono convinto che le difficoltà si superano sempre insieme avvalendosi di collaboratori che siano di supporto.

– Quali sono i suoi obiettivi principali per la nostra scuola?

– Vorrei una scuola a dimensione di alunno, che dialoghi col territorio e che soprattutto più che dare nozioni formi persone. Si deve essere capaci di portare fuori ciò che gli alunni sono, la loro essenza; proprio come Michelangelo faceva con le sue statue, tirava fuori dal blocco di marmo l’opera che c’era.

– Ha in mente qualche progetto o iniziativa per migliorare l’Istituto?

– Tanti, da condividere e portare avanti con l’aiuto delle figure che mi supportano. Nell’immediato vorrei potenziare quello che abbiamo.

– Quali sono secondo lei gli aspetti più importanti di una buona scuola?

– Oltre alla trasmissione di conoscenze e nozioni, credo che il ruolo più nobile della scuola sia quello di formare individui consapevoli, capaci di esprimere al meglio le proprie potenzialità.

– Che lavoro sognava di fare da piccolo?

– Desideravo diventare collaboratore scolastico.

– Quale materia prediligeva a scuola?

– Io adoravo e adoro la matematica, è rigore di vita.

– Qual è il suo ricordo più bello legato alla scuola?

– In generale tutti gli anni del liceo, soprattutto a partire dal quarto anno quando hanno cominciato a prendere forma le prime amicizie solide; ricordo lunghe chiacchierate con i miei compagni di classe su varie tematiche, come la politica, la filosofia, la letteratura.

– C’è un insegnante che ha particolarmente influenzato il suo percorso?

– In positivo, un mio insegnante di matematica che era veramente fuori dagli schemi; era capace di far entrare la matematica ovunque e per questo per noi alunni non era un insieme di nozioni astratto, metteva la matematica in tutto!

In negativo, un mio professore di disegno che non riusciva a vedere le potenzialità degli alunni e quindi ci scoraggiava.

– Ha fatto sport o fa sport?

– Da giovane facevo salto in alto con la scuola. Successivamente ho iniziato a fare piscina, la bici da corsa mi appassiona molto come anche fare lunghe passeggiate.

– Qual è il suo piatto preferito?

– Il piatto che adoro è il pesto.

– Ha un libro preferito?

– Sì, L’amore ai tempi del colera, amo la letteratura sudamericana, quindi anche Isabel Allende, in particolare la Casa degli spiriti e Paula. Mi piace molto anche Ken Follett.

– Il suo film o una serie preferita?

– Sicuramente L’attimo fuggente, ma anche La finestra di fronte.

– Che musica ascolta di solito?

Di solito cantautori italiani come Dalla, De Gregori, Battisti.

– Ha viaggiato molto? Qual è la città che ama di più?

– Ho viaggiato abbastanza, sono particolarmente legato a Londra.

– Quale Paese le piacerebbe visitare?

Mi piacerebbe visitare il Giappone.

– Che consigli si sente darci per il nostro percorso scolastico?

– Vivete appieno la vostra età e non smettete mai di essere voi stessi per piacere agli altri, chi ti vuole bene ti accetta così come sei.

– Se dovesse descriversi con tre aggettivi, quali sceglierebbe?

– Leale, onesto e permaloso, se posso aggiungerne un quarto, a tratti pignolo. Sono molto preciso, a volte in modo quasi ossessivo!

– Prima di concludere, c’è un messaggio finale che vorrebbe lasciare alla nostra comunità scolastica?

– Impegnatevi tutti, ciascuno nel proprio ruolo, affinché la scuola diventi ogni giorno un luogo migliore.

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