di Irene Palazzini e Giulia Berardi (3C)
In un’intervista alla trasmissione di La7 Piazza Pulita, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che è uno degli uomini del governo che si occupa di gestire i fondi europei del Recovery Fund, ha parlato di come risolvere le emergenze e migliorare il benessere del nostro pianeta.
Il ministro ha spiegato inizialmente come ogni azione abbia una conseguenza, riferendosi in particolare all’eccessivo utilizzo dei social che produce il 4% della Co2 nell’atmosfera, responsabile dell’effetto serra, e ha incitato le persone a farne un uso moderato, consigliando inoltre di inviare link al posto dei video.
Una delle emergenze più importanti su cui il ministro si è soffermato parlando con il conduttore Corrado Formigli è il surriscaldamento globale: negli ultimi decenni la temperatura del pianeta è aumentata di circa 1,2° C e se nei prossimi decenni essa dovesse raggiungere i 2° C, le conseguenze sarebbero catastrofiche: desertificazione di alcune zone, tropicalizzazione di altre e scioglimento dei ghiacciai.
Per evitare che questo accada, il primo obiettivo è quello di ridurre l’anidride carbonica che immettiamo nell’atmosfera del 30/40% ogni anno, utilizzando energie rinnovabili, aumentando le aree verdi ed usando trasporti intelligenti. Si tratta di un problema globale e perciò per ridurre l’anidride carbonica dobbiamo aiutare anche i paesi che in questo momento hanno una situazione sociale complessa e redditi bassi.
Il ministro ha poi parlato della ragione per cui gli ambientalisti in Italia non abbiano un partito forte come in Germania, dove invece i Verdi, guidati dalla quarantenne Annalena Baerbock, sono in ascesa. Secondo Cingolani questo è dovuto al fatto che ci sono delle differenze fondamentali tra l’Italia e la Germania su come viene interpretato il rapporto con la società: i tedeschi, a differenza degli italiani, hanno un grandissimo rispetto per il pubblico, probabilmente in ragione della cultura calvinista.
Gli obiettivi del programma dei Verdi tedeschi sono: 60 euro di costo per ogni tonnellata di anidride carbonica prodotta dal 2023; dal 2030 solo auto ad emissioni zero; riduzione dei gas serra del 70% e non più di due capi di bestiame per ogni ettaro di terra, mentre in Italia non ci sono limiti per i capi di bestiame per ettaro.
Per quanto concerne l’Italia, nei prossimi anni il ministro prevede una diminuzione del carbone del 60%; ci saranno auto elettriche per abbattere le emissioni di Co2 nel trasporto privato, ma non prima di un decennio, in quanto si dovranno realizzare infrastrutture complesse e costose, e diminuire il costo delle auto elettriche per l’utente. In Norvegia c’è una grande penetrazione del mercato elettrico perché i redditi lì sono alti, mentre in Italia la popolazione è maggiore, guadagna meno ed inoltre è più difficile “infrastrutturare” il territorio. Ci vorrà quindi più tempo per la diffusione delle auto elettriche.