di Nicolò Pazzetta e Giacomo Santini (2D)
Promosso dall’Arma dei carabinieri, lunedì 3 maggio si è tenuto nel nostro istituto un incontro finalizzato all’educazione alla legalità con le seconde classi della scuola secondaria di I grado. L’idea è stata quella di incontrare gli alunni del territorio di appartenenza. A causa della pandemia tale iniziativa si è svolta in modalità sincrona sulla piattaforma Meet di Google.
Sono intervenuti il comandante della compagnia dei carabinieri di Civita Castellana, il maggiore Palmina Lavecchia, e il comandante della stazione di Nepi, il maggiore Armando Accettulli.
Molti i temi affrontati: innanzitutto si è posto l’accento su noi ragazzi nati nell’era delle tecnologie, verso le quali dobbiamo avere un atteggiamento responsabile senza privarcene. È stato evidenziato il ruolo fondamentale svolto dai genitori, che sono la nostra guida e che, per questo, devono capire se di queste tecnologie ne stiamo facendo un uso consapevole e cogliere eventuali segnali di allarme.
I carabinieri hanno sottolineato come sia necessario, riguardo al tempo da passare sui dispositivi, “autoresponsabilizzarsi”, cioè darsi dei limiti.
Successivamente l’attenzione si è spostata sulla privacy, sull’utilizzo dei dati sul web e sui rischi principali in cui noi giovani potremmo incorrere navigando in rete.
Tra i vari diritti della privacy c’è il diritto all’oblio, cioè il diritto di modificare, eliminare e sapere da chi, come e per quanto tempo vengono utilizzati i nostri dati dalle aziende raccoglitrici e di pretendere che essi siano eliminati.
Ultimamente sono in netto aumento i virus ransomware, virus che criptano tutti i dati contenuti nel nostro computer e per decriptarli è richiesto, quasi sempre, un riscatto in denaro. Il consiglio è quello di copiare i documenti importanti su altri dispositivi. Anche il phishing è una truffa per carpire dati personali. La cosa migliore in questo caso è non rendere noti i nostri dati sensibili per evitare spiacevoli conseguenze. Inoltre il web è pieno di fake news e quindi occorre imparare a riconoscere le fonti attendibili.
Sono stati poi affrontati problemi importanti riguardanti molti nostri coetanei, come i disturbi del sonno legati all’uso prolungato dello smartphone o il net gaming, ovvero la dipendenza da giochi in rete e quella patologica da internet.
Infine si è parlato del sexting e del revenge porn, cioè l’invio di contenuti multimediali a sfondo sessuale, fino ad arrivare alla pedopornografia che è un reato.
Altro uso improprio del web è rappresentato dalle sfide social estreme che, spesso, purtroppo, finiscono in tragedia. Anche il cyberbullismo rientra in comportamenti che riguardano la nostra fascia d’età. Il consiglio è sempre quello di parlare con gli adulti, chiedere il loro aiuto, ma il suggerimento più importante è quello di costituire un “branco positivo”.
L’ultimo consiglio che ci è stato dato è di saper guardare anche il mondo reale perché “oltre il web c’è la vita”. Molto significativa è stata l’immagine di alcuni ragazzi in una sala di un museo che invece di ammirare le opere d’arte contenute erano concentrati sui loro smartphone: “Spegniamo il web e accendiamo l’attenzione sulle suggestioni che il mondo reale ci trasmette”.