di Irene Palazzini (3C)
Tutti dovrebbero vedere Wonder, perché è un film che affronta molti temi come l’amicizia, la solitudine, il bullismo e arriva dritto al cuore di ognuno. Essere diverso non significa essere inferiore, la nostra diversità deve essere la nostra forza.
Il 7 Febbraio è stata la giornata contro il bullismo, un’iniziativa importante che ci fa capire come oggi il problema viene affrontato, nelle scuole soprattutto, con la volontà di sconfiggerlo. L’importante è parlarne, non certo far finta di nulla. Purtroppo gli ultimi dati aggiornati della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) rivelano che oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subìto atti di bullismo. Il bullismo si manifesta in molti modi, anche online, tramite i social. In questo caso si parla di cyberbullismo. Sempre secondo la Sipps il 22% dei ragazzi che utilizzano il telefono è vittima di cyberbullismo. Il cyberbullismo purtroppo è un fenomeno in crescita, è una problematica tipica del nostro tempo, in cui internet ha un posto importante nella vita di tanti ragazzi e non solo.
Il 9 febbraio si è svolta la diciottesima edizione del Safer Internet Day con lo scopo di avere un internet più sicuro, specialmente per i ragazzi e i bambini più piccoli. Il cyberbullismo è un tipo di bullismo online, praticato sui social dai tipici “leoni da tastiera”, ovvero da coloro che si fanno grandi insultando gli altri dietro un computer o un telefono, e che spesso di persona restano in silenzio per paura della reazione degli altri, o perché non hanno il coraggio di dire quello che pensano. In ogni situazione di bullismo c’è un bullo, una vittima e spesso un gruppo di osservatori. Il bullo si dimostra forte, insensibile, senza problemi, con una vita felice, ma in realtà quasi sempre ha problemi in famiglia o non riesce a raggiungere i suoi obiettivi e per un senso di rivalsa attacca le persone più deboli, prendendole di mira anche solo per come si vestono o si comportano.
La vittima spesso non riesce a difendersi, e invece di chiedere aiuto si chiude in se stessa, arrivando a volte anche ad atti estremi come l’autolesionismo o il suicidio. Poi ci sono gli osservatori, che peggiorano la situazione, schierandosi dalla parte del bullo o non intervenendo. Anche non dire o fare nulla può causare molti problemi alle vittime. Chi fa parte del gruppo ha paura di diventare la vittima, non si intromette anche per farsi vedere forte dal bullo o dai bulli, preferisce spesso non schierarsi, ma diventa complice. Per sconfiggere il bullismo sicuramente il primo passo è parlarne, avere il coraggio di confidarsi con qualcuno. Un genitore, un amico, un professore o qualsiasi persona ci ispiri fiducia e ci dia la forza e la sicurezza necessarie per uscire dal tunnel della paura.
Non dobbiamo avere paura di denunciare atti di bullismo, perché non è la vittima ad essere dalla parte del torto, anzi la vittima non ha colpe e deve capire che nessuno ha il diritto di farci sentire “inferiori” o di usare violenza. Perché, come diceva lo scrittore Isaac Asimov, “la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”.